Condizione giuridica delle donne nel Medioevo. Convegno di studio (Trieste, 23 novembre 2010) (La)

Riferimento: 9788895368153

Editore: CERM
Autore: Davide M. (cur.)
Collana: Atti
In commercio dal: 18 Luglio 2018
Pagine: 154 p., Libro in brossura
EAN: 9788895368153
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Descrizione

Il volume raccoglie gli atti del seminario tenutosi a Trieste il 23 novembre del 2010 e organizzato dalla Scuola Dottorale in Scienze Umanistiche in collaborazione con il CERM. Paolo Cammarosano si sofferma sulle possibilità di iniziativa praticabili dalle donne nel campo del divorzio nella tarda antichità e nel medioevo, a partire da una costituzione di Teodosio II e Valentiniano III, sottolineando il venir meno della facoltà di iniziativa unilaterale della donna nell'azione di divorzio. Nel secondo saggio del volume Tiziana Lazzari approfondisce il concetto di legge di natura, che era incluso nella giurisprudenza romana, ma che era piuttosto raro nelle leggi altomedievali, esaminando i casi di poligamia e di poliandria diffusi in Europa nel periodo altomedioevale. Nel saggio successivo Claudia Storti si sofferma sulla condizione giuridica e sui diritti patrimoniali delle donne nella Bergamo di metà Trecento prendendo in esame le clausole inserite nei testamenti di un noto giurista bergamasco, Alberico da Rosciate. I documenti sono esaminati alla luce del diritto successorio in vigore in Lombardia e in particolare a Bergamo con speciale attenzione ai rapporti patrimoniali tra coniugi. Nel quarto saggio Miriam Davide prende in esame la permanenza degli assegni di origine germanica, la morgengabe o dono del mattino e la desmontadura o descensura, nel Friuli e nel vicino Veneto tardomedievale e di prima età moderna, con un approfondimento della condizione giuridica femminile dopo l'emanazione delle Constitutiones Patrie Foriiulii promulgate dal patriarca Marquardo di Randeck nel 1366. Sara Menzinger, sulla scorta della produzione storiografica prodotta nell'ambito del diritto italiano, affronta gli aspetti pubblicistici della condizione femminile nella Summa Trium Librorum, un trattato di diritto pubblico composto tra la fine del XII secolo e gli inizi del secolo successivo dal giurista Rolando di Lucca, che inserì nel trattato un'analisi della figura femminile con una disamina degli obblighi e dei diritti.